Farmacista - Formulista
Esperto in fitoterapia
#valerianaofficinalis
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Valeriana
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Chi è?
La regina dei fitoterapici è qui, affascinante e più ipnotica del passo felpato di una gatta, tanto da ammaliare i gatti stessi. Chi è? Si chiama Valeriana (Valeriana officinalis) ed è un’angiosperma, una pianta a fiore perenne, la cui radice, il rizoma, contiene oli essenziali, alcaloidi e flavonoidi di grande efficacia. La radice fresca è inodore, ma una volta essiccata si libera l’acido isovalerianico.
Il suo nome lo deve al latino valere, che significa “avere forza”, “valere”, “godere di buona salute”, ma la valeriana è anche conosciuta con il nome di Erba dei gatti, proprio per la sua capacità di incantare e affascinare i gatti. Dunque un supereroe forte, ma al tempo stesso suadente.
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I Superpoteri
Quando chiamare in aiuto la valeriana? In stati d’ansia e nervosismo, palpitazioni, convulsioni, insonnia, stress, ansia, emicrania, spasmi gastrici e colici, agitazione motoria e dolori cardiaci di agitazione nervosa. Insomma, quando la situazione si fa critica e si fatica a gestirla, allora c’è bisogno di lei.
La valeriana interviene con i suoi superpoteri, dando inizio un’azione spasmolitica e ipnotica, calmante e sedativa. Soave e persuasiva, riduce l’aggressività e aiuta a rendere docile il cane.
Le sue capacità sono tali che questa pianta, ma che dico, questo fito-eroe, è stato inserito nella farmacopea ufficiale per la preparazione dei farmaci.
Dove trovarla
Quale luogo migliore dove riposare, in attesa di agire, se non in FORZA10 Armonia. Pensata e formulata per tutti i problemi correlati all’ansia, al fine di mantenere l’equilibrio fisico e mentale del cane, questa dieta non poteva fare a meno della valeriana.
Le imprese
La valeriana è tra le piante maggiormente chiacchierate e osservate nel corso degli anni, tanto che le tracce da lei lasciate nella storia sono numerose, insieme agli studi che l’hanno vista protagonista.
La sua prima comparsa ufficiale, di cui abbiamo testimonianza, risale al X secolo. Da qui in poi, tutti gli studiosi non hanno potuto fare a meno di parlare di lei. Fingiamo dunque di riunire qui, al nostro fianco, le eminenze del settore e dar loro nuovamente voce, in un’intervista senza tempo.
Santa Ildegarda: “La raccomando come tranquillante e sonnifero”.
Plinio il Vecchio: “Io, ai miei tempi, l’ho consigliata come antispasmodico, analgesico e medicamento contro l’epilessia”.
Cazin: “Non scordiamoci dell’uso per il diabete magro!”.
Dioscoride: “Vorrei segnalare ai signori la funzione diuretica e invitarli inoltre a considerarla come antidoto contro i veleni”.
Galeno: “Vogliamo parlare della sua utilità come decongestionante?”
Scopoli, Chomel, Sauvages (in coro): “Noi abbiamo guarito molti casi di epilessia con la sua radice!”
Aliberto: “Ma naturalmente. Dall’epoca in cui Fabio Colonna, attaccato da una grave epilessia, fece un così felice uso della valeriana sopra di se stesso, si è religiosamente riguardata questa pianta come sovrano specifico di questa funzione”.
La valeriana, tuttavia, ha lasciato spesso la parola alle azioni. I primi coloni in America, una volta giunti laggiù, scoprirono che la valeriana si donava a molte tribù, le quali utilizzavano le radici polverizzate per curare le ferite.
Durante la prima guerra mondiale veniva sfruttata per esaurimento nervoso dai bombardamenti dell’artiglieria.
La sua prima onorificenza ufficiale la ottenne comunque nel 1820, quando fece il suo ingresso nella farmacopea degli USA come tranquillante.
Mai sazia di portare il suo fascino nella storia e tra gli uomini, la valeriana lascia infine che le sue virtù vengano decantate perfino nelle fiabe e nelle favole. A farsi di lei cantore, furono niente meno che i fratelli Grimm, ne Il pifferaio magico, altrimenti chiamato Il pifferaio di Hamelin, in cui il protagonista incantava topi e bambini grazie al suo flauto e alla valeriana.